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Leo Morgan
Leo Morgan

Ebook Storia Di Una Ladra Di Libri 16 |TOP|



La storia è ambientata nella Germania nazista.Liesel, mentre è in viaggio con sua madre per essere consegnata alla sua nuova famiglia perde il suo fratellino. Questo è la prima delle grandi sofferenze che si troverà a vivere.Arrivata in casa della famiglia affidataria dovrà fare i conti con una mamma poco affettuosa e con tutte le tragedie che la guerra comporterà. La figura di riferimento per lei sarà il suo nuovo papà sempre amorevole e pronto a difenderla e coccolarla e l'amore verso i libri che le nascerà quando troverà per caso un libro.La vita di Liesel sarà costellata di grandi amicizie ma anche di eventi tragici.Stringerà un forte legame con un ebreo che nasconderanno in cantina per evitargli le ripercussioni naziste. Sarà lei che lo aiuterà a sopravvivere e allieterà le sue giornate.Un romanzo pieno di evienti tragici e dolorosi ma con un punto fermo la dolcezza della sua piccola protagonista che sarà sempre un luce di speranza.Un romanzo consigliato.




ebook storia di una ladra di libri 16



Markus Zusak è nato in Australia nel 1975. Pluripremiato autore di diversi romanzi, ha raggiunto la fama internazionale grazie al successo di Storia di una ladra di libri (Frassinelli 2014), rimasto per otto anni nelle classifiche di vendita del New York Times. Nato da madre tedesca e padre austriaco, per la storia lì raccontata - dalla quale è stato anche tratto l'omonimo film nel 2014 - si è ispirato alle esperienze vissute dai genitori durante il nazismo. È autore anche di La bambina che salvava libri (2007), Io sono il messaggero (2015), e la saga The Wolf Brothers, tutti pubblicati da Frassinelli. Nel 2018 ha pubblicato inoltre Il ponte d'argilla (Frassinelli).


E nel film? Percival fa esattamente il contrario, trasformando i libri in un pretesto per raccontare una storia, bella e toccante, ma semplice accadimento. I libri si dibattono sullo sfondo, relegati a mezzi galeotti per far scattare azioni e reazioni, per raccontarci il punto di vista del regista, quello incentrato sulla parola creatrice più che salvatrice. E che ha però il sapore di un mediocre surrogato.


È il 1939 nella Germania nazista. Tutto il Paese è col fiato sospeso. La Morte non ha mai avuto tanto da fare, ed è solo l'inizio. Il giorno del funerale del suo fratellino, Liesel Meminger raccoglie un oggetto seminascosto nella neve, qualcosa di sconosciuto e confortante al tempo stesso, un libriccino abbandonato lì, forse, o dimenticato dai custodi del minuscolo cimitero. Liesel non ci pensa due volte, le pare un segno, la prova tangibile di un ricordo per il futuro: lo ruba e lo porta con sé. Così comincia la storia di una piccola ladra, la storia d'amore di Liesel con i libri e con le parole, che per lei diventano un talismano contro l'orrore che la circonda. Grazie al padre adottivo impara a leggere e ben presto si fa più esperta e temeraria: prima strappa i libri ai roghi nazisti perché "ai tedeschi piaceva bruciare cose. Negozi, sinagoghe, case e libri", poi li sottrae dalla biblioteca della moglie del sindaco, e interviene tutte le volte che ce n'è uno in pericolo. Lei li salva, come farebbe con qualsiasi creatura. Ma i tempi si fanno sempre più difficili. Quando la famiglia putativa di Liesel nasconde un ebreo in cantina, il mondo della ragazzina all'improvviso diventa più piccolo. E, al contempo, più vasto. Raccontato dalla Morte - curiosa, amabile, partecipe, chiacchierona - "Storia di una ladra di libri" è un romanzo sul potere delle parole e sulla capacità dei libri di nutrire lo spirito.


Fin dalle primissime parole Storia di una ladra di libri mi ha spiazzata: ho persino controllato di non aver sbagliato libro, che non ci fosse un racconto come inserto speciale dell'edizione. Nonostante superi cinquecento pagine, la narrazione è scandita da brevi paragrafi intervallati da alcune annotazioni della voce narrante. Ingenuamente ci ho messo un po' a capire a chi appartenesse, almeno finché non compie un gesto inequivocabile: raccoglie un'anima, la tiene in braccio. Sì, si tratta della Morte.


Mi aspettavo che la protagonista fosse la ladra di libri, che la storia iniziasse da lei e in un certo senso è così, ma prima c'è la Morte. Un punto di vista che ho fatto fatica ad accettare e non perché macabro (anzi si potrebbe affermare il contrario), ma perché particolare: ogni evento viene preannunciato, spoilerato potremmo dire. E sapete che odio gli spoiler. Ma alla Morte, a quanto pare, non piace far misteri.


Ed è così che Liesel diviene la ladra di libri. Credo, a questo punto, di dover fermare la mia narrazione. Sebbene ci siano ancora molti eventi e molte persone di cui si potrebbe parlare, scelgo di non nominare due personaggi particolarmente importanti per la nostra protagonista. Una caratteristica importante di questo romanzo è l'ambientazione, fondamentale nel determinare la nazionalità della protagonista e dei personaggi principali: è la seconda guerra mondiale e gli Hubermann, gli Steiner e tutti i vicini della Himmelstrasse sono tedeschi. Anche loro devono affrontare il sacrificio richiesto dalla guerra: spesso soffrono la fame e il lavoro è sempre più scarso. Ma non solo: bisogna iscriversi al Partito, fare attenzione alle proprie amicizie, a non mostrare simpatia verso le persone sbagliate. Ci sono le sfilate degli ebrei verso i forni di Dachau. Le bombe. I mariti, i padri e i figli mandati al fronte. Non mi è mai riuscito, né studiando storia a scuola né leggendo altri romanzi, di pensare al popolo tedesco come agli sconfitti del secondo conflitto mondiale: sentivo, in un modo infantile e vagamente consolatorio, che la conclusione della guerra facesse un po' di giustizia. Crudele da parte mia. Pur avendo sempre avuto la consapevolezza che nelle guerre il popolo paga sempre il conto, non mi ero resa conto di cosa significasse essere tedeschi nel 1940. Forse non mi ero mai posta il problema. Storia di una ladra di libri è anche la storia di una famiglia tedesca durante la seconda guerra mondiale. Zusak la racconta scegliendo parole leggere, che sembrano difficili da trattenere e che proprio per questo si è spinti ad assaporare. Avevo avuto l'impressione di leggere quasi una fiaba, ma ogni volta che mi soffermavo appena, sentivo uno sgradevole retrogusto amaro. Per questo motivo temevo di aver trovato un libro semplicemente ben scritto che aveva avuto successo puntando tutto su tema e scelte curiose, tra cui quella già citata della voce narrante. Sono contenta di potervi rassicurare: è un romanzo meraviglioso. Mi hanno incantata i "giochi" formali che moltiplicano i livelli narrativi: come già accennato, la Morte non si limita a raccontare, ma commenta e annota pensieri tra i vari eventi. Il romanzo è, inoltre, suddiviso in dieci parti più prologo ed epilogo; ognuna è aperta da una veloce sintesi delle pagine successive. Non nascondo che mi ha un po' infastidita, ma più spesso mi ha incuriosita o sconvolta a tal punto da rendere più incalzante la lettura, già di per sé piuttosto scorrevole. All'interno del narrazione si aprono un paio di racconti secondari, due brevi letture di Liesel, che oltre a essere illustrate, sono molto emozionanti. Leggendo, Liesel e ə lettorə (ri-)scoprono il potere delle parole.


Non ho trovato, facendo lo sforzo di superare la tematica del romanzo, imperfezioni o difetti nel romanzo perché ogni dettaglio risulta essere frutto di una costruzione accurata che rinnova e moltiplica in positivo il potere delle parole. Temo di essermi dilungata molto, troppo, e di non aver espresso appieno la bellezza di Storia di una ladra di libri, un libro che vi consiglio di leggere perché Markus Zusak è uno scuotitore di parole.


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